Chiudere l’ultima pagina di un libro è come dare l’addio ad un vecchio amico, la nostalgia ti attanaglia fin da subito, mescolata alla gioia di quello che avete condiviso e che ti ha lasciato. Leggere l’ultima riga de “La memoria della cenere” (NNEditore, 2019) mi ha lasciato proprio cosi : Addio Elena è stato fantastico esplorare il tuo mondo e condividere le tue emozioni.
La trama è semplice, Elena ha avuto un’aneurisma, vive a New York con Patrick, il suo fidanzato, ma dopo la malattia decidono di trasferirsi in Francia nel paese di origine di lui. Un paesino, con gente semplice, che sorge alle pendici di un vulcano quiesciente , ma che deciderà di eruttare proprio quando Elena è alla ricerca di serenità per superare la malattia. Durante questo periodo farà un viaggio dentro se stessa, analizzerà la sua infanzia, ricorderà sapori ed odori, la sua relazione sarà scossa da un segreto, cercherà di capire sua madre e suo padre, che partiranno da Aosta per passare alcuni giorni con lei ma l’eruzione li bloccherà al paesello, in una convivenza forzata, che metterà a dura prova sia loro che Elena.
Quante frasi ho sottolineato in questo libro? Parecchie, come sempre nei libri di Chiara Marchelli che con la sua scrittura scorrevole ma profonda, regala molti spunti riflessivi:
“SIAMO LIBERI DI TROVARE NELL’ALTRO LO SPAZIO PER FINIRE DI COMPORRE NOI STESSI. E’QUESTA LA NATURA DELL’AMORE QUANDO E’ ONESTO”
Una frase veritiera su cui riflettere, da rileggere più volte per penetrarla e sfruttarla e per comprendere la natura dell’amore. L’analisi che fa Elena sul suo rapporto con Patrick aiuta anche il lettore a capire qualcosa su di se.
In questo libro ho ritrovato la Marchelli de “L’amore involontario”( Ed. Piemme 2014) un libro che non scorderò mai, intenso e onesto, proprio come questo. Vorrei citare anche “Le notti blu”(Ed. Perrone, 2017) per cui Chiara arrivò nella rosa dei finalisti al premio Strega.
Cristina De Regibus, 23 marzo 2019