Intervista a Sara Rattaro

Una laurea in biologia nel 1999 e successivamente in scienze della comunicazione a distanza di 10 anni. Il libro di esordio, “Sulla sedia sbagliata”, viene pubblicato nel 2010 e nel 2012 arriva il momento di “Un uso qualunque di te” che sale rapidamente in vetta alle classifiche di vendita.
Le due opere successive sono quelle che la consacrano come scrittrice nota al grande pubblico: “Non volare via” conquista il Premio Città di Rieti nel 2014, mentre “Niente è come te” vince il prestigiosissimo Bancarella edizione 2015.
Il successo però non si ferma qui, visti i risultati ottenuti con “L’amore addosso” e “Splendi più che puoi”.
Nell’ultimo anno sono usciti: «Il Cacciatore di sogni» e il più recente «Uomini che restano», il suo ultimo libro, presentato ad Arenzano con la partecipazione della nostra associazione l’ 8 Giugno del 2018

In quest’intervista ci racconta qualcosa di sè, dialogando con Gianluca Iaccarino e con un contributo fotografico di Gianluca Russo

 

Sara, intanto grazie per la disponibilità a questa piccola intervista. Scrivere era un tuo desiderio già da giovanissima oppure è diventata una opportunità che la vita ti ha riservato?

Amo la scrittura da sempre ma non avrei mai immaginato di fare la scrittrice. Mi sembrava un progetto troppo ambizioso e lontano, per questo ho scelto di laurearmi in Biologia, altra mia grande passione, per trovare un lavoro più sicuro. Poi, una volta diventata grande, ci ho provato e le cose sono andate nel modo migliore possibile

Il Premio Bancarella vinto nel 2015 lo hai vissuto come una consacrazione oppure come un punto di partenza?

Per me è sempre un punto di partenza. Che sia un libro, un premio, un riconoscimento non importa. Questo è un mestiere per chi ama fare le valigie per iniziare un viaggio e non per chi ama arrivare

I tuoi libri hanno sempre un personaggio cardine come Albert Sabin de “Il cacciatore di sogni”, la protagonista reale di “Splendi più che puoi”, Giulia l’amante di “L’amore addosso”. Tra i tuoi personaggi quale ami di più?

Li amo tutti. Non si può scegliere tra i propri figli. Ognuno ha segnato qualcosa di importante e mi ha insegnato qualcosa di indispensabile.

Sei passata dallo scrivere romanzi a dedicarti ad un libro di narrativa per ragazzi, hai progetti che ti porteranno a cimentarti in altri generi letterari per te inesplorati?
Sto lavorando ad un nuovo libro per ragazzi, ma non so se avrò la fortuna di evadere in un altro genere. Se fosse, sarebbe una bella fortuna, però!

C’è un libro in particolare che ha segnato la tua vita?
Potrei fare un elenco lunghissimo. Da “Niente di nuovo sul fronte occidentale” a “Per chi suona la campana”, da “Uomini e topi” a “Lessico famigliare”,  “La notte di Lisbona” …potrei continuare a lungo… tutti libri della mia infanzia.

Del libro “La notte di Libona”, trovo l’incipit ancora molto attuale, di una forza lenta ma devastante.

Guardavo attentamente la nave tutta illuminata, che un po’ distante dalla banchina era ancorata nel Tago. Benché fossi a Lisbona da una settimana, non mi ero ancora abituato alla luce spensierata della città. Nei paesi dai quali venivo, le città di notte erano nere come miniere di carbone, e un fanale nelle tenebre era più pericoloso della peste nel Medioevo. 

Alla fine dell’anno scorso hai lanciato un corso di formazione per scrittori alle prime armi, da dove viene questo tuo slancio?

Insegno scrittura all’Università di Genova da ormai due anni e a febbraio ho iniziato un corso a Milano che ha portato i partecipanti a scrivere un racconto che verrà pubblicato in una raccolta, edita da Morellini editore, insieme a un mio scritto. Per info https://www.fabbricadellestorie.it

Un consiglio per tutti gli aspiranti scrittori?

Evitate l’autobiografia, soprattutto all’inizio

Foto di Gianluca Russo, intervista a cura di Gianluca Iaccarino