La lettura de “I pilastri della terra di Ken Follet” è stata una bella esperienza. Sapendo quanto siano amati questo libro e questo autore in ogni angolo del globo, gli amici lettori di Libri Chiacchiere Caffè e Tè troveranno scontata l’affermazione; ma nel mio caso, che con un po’ di presuntuoso snobismo intellettuale, coltivo un fiero distacco dai best seller, la cosa non era per niente scontata. Si lo ammetto, sono prevenuto, se non proprio ostile, verso i mostri sacri delle classifiche; non che non abbia mai ceduto alle lusinghe editoriali di Dan Brown, Stephen King o Michael Crichton, ma ne sono rimasto quasi sempre abbastanza deluso, mai oltre la striminzita sufficienza nelle mie personali valutazioni.
Però troppi amici della cui amicizia sono orgoglioso mi avevano consigliato questo libro per continuare a ignorarlo. Così mi sono avventurato tra le mille e più pagine de “I pilastri della Terra” con grande curiosità e aspettative e devo ammettere che non sono andate per niente deluse.
“I pilastri della Terra” è un romanzo storico di grande respiro, dove le vicende personali dei suoi protagonisti si intrecciano tra loro e con quelle di personaggi realmente esistiti nell’Inghilterra del XII secolo, dilaniata dalla guerra intestine per la successione al trono di re Enrico I, scoppiata apparentemente per caso dopo il naufragio della “White Ship” nel 1125 in cui perì il legittimo erede della corona, e che si placherà solo dopo decenni con la salita al trono di Enrico II, preludio questo a nuove lotte sanguinose con l’assassinio dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Beckett nel 1170.
Sullo sfondo dello scenario storico e dei suoi intrighi, incontriamo i magnifici protagonisti del romanzo, le cui storie personali sono in qualche modo collegate anch’esse al naufragio della “White Ship”. Il priore di Kingsbridge Philip che, con tenacia e ambizione alimentate dalla rivalità con il perfido vescovo Waleran, sogna di costruire un’immensa cattedrale a maggior gloria di Dio. La giovane contessa Aliena, che, defraudata del suo titolo, dovrà sopportare l’allontanamento e l’assassinio dei suoi cari e le continue frustrazioni dei suoi sforzi di ricostruire un futuro dignitoso per sé e per il fratello, il tutto ad opera di un uomo, William Hamleigh, che sembra trovare la propria realizzazione solo nella smisurata violenza delle sue azioni, ancor più che nei benefici materiali che derivano dai suoi soprusi. Tom il costruttore e la sua famiglia, in particolare il suo figliastro Jack, che non smetteranno mai di coltivare le proprie arti e il proprio amore. Ellen, madre di Jack, la “strega”, un personaggio femminile direi quasi moderno, comunque molto avanti nei tempi rispetto alla collocazione storica della vicenda, una femminista ante litteram la cui indomita passionalità costituisce il vero sostentamento ai sogni di Tom, di Aliena, di Jack e perfino del priore Philip, di cui è peraltro acerrima nemica.
Il romanzo non è privo in realtà di qualche difetto narrativo, poco credibile ad esempio il viaggio di Aliena, sola, a piedi e con un bimbo in fasce in braccio, dall’Inghilterra alla Spagna alla ricerca di Jack. Tuttavia la trama è veramente molto bella, forse per questo mi ha tanto appassionato la lettura, e nel complesso si dipana in modo coerente, lentamente e maestosamente, tra castelli e battaglie, tra foreste e carestie, cavalieri e briganti, nel più classico contesto medievale. Ma il romanzo, come ogni grande romanzo, parla soprattutto delle virtù e dei difetti degli uomini: dell’ambizione, dell’invidia, della tenacia, della superbia, dell’orgoglio, delle paure, dei pregiudizi, della brama di potere, della solidarietà, dell’amore, che sono in definitiva il motore ultimo della Storia di ogni tempo e di ogni latitudine.
Ken Follet è uno degli scrittori di maggior fama e successo editoriale a livello mondiale. Oltre a “I pilastri della Terra” (1990), sono da ricordare “Mondo senza fine” (2007) e “La colonna di fuoco” (2017), che ne sono il sequel, “La caduta dei giganti” (2010), il primo della “Trilogia del secolo”, “La cruna dell’ago” (1979) che gli diede per la prima volta notorietà internazionale, “Il codice Rebecca” (1981), “Il terzo gemello” (1996), “Il volo del calabrone” (2003), tutti grandi successi e tutti editi in Italia da Mondadori. Nel 2020 è attesissimo il suo nuovo romanzo “La sera e il mattino”, che de “I pilastri delle Terra” costituisce il prequel.
Vittorio Benzi, 21 aprile 2020