casa editrice DIARKOS
A chi, tra luci e ombre, ricerca consapevolezza.
Siamo nell’anno 1522 e alla corte di Enrico VIII si sta affermando, tra le ancelle di sua moglie Caterina d’Aragona, una giovane fanciulla.
E’ Anna Boleyn, Bolena, e deve il successo alla sua fresca bellezza ma anche all’educazione ricevuta grazie alla quale fa sfoggio di grammatica e storia ed eccelle nella musica e nella danza, oltre che nel tiro con l’arco e nella falconeria.
Minuta e bruna, ha uno sguardo malizioso e movenze aggraziate: non passa inosservata, neanche agli occhi di un re, sulle cui spalle grava un lungo matrimonio, consumato e quasi estinto, nell’attesa di un erede maschio e la situazione politica di un regno attraversato da minacce di guerre all’ombra dello scisma dalla chiesa cattolica.
Il romanzo – saggio di Cristina Penco ‘Anna Bolena – potere e seduzione’ ci porta indietro di sei secoli, nel cuore dell’Inghilterra reale, dentro le mura domestiche di una corte dove alla sfarzosa convivialità rinascimentale si mescolano trame insidiose e macchinose e legami subdoli dettati dalla sete di potere, siano essi gerarchici che coniugali.
Tra quelle mura Enrico WIII monarca accentratore, ma carismatico, esercita il suo potere politico e maschile, scegliendo i fedelissimi e le amanti sui quali pratica, senza alcuna moralità, la facoltà di recesso e ripudio.
Anna Bolena entra nelle sue grazie e inizialmente anche
nel suo cuore, come testimoniano le appassionate lettere che lui le scrisse
durante la fase di corteggiamento e arriva segretamente a sposarla, grazie ad
una dispensa papale, in un gelido mattino del 25 gennaio 1533 mentre era ancora
in atto il processo di annullamento del suo primo matrimonio. Caterina è
allontanata dalla corte, esiliata in dimore remote e fatiscenti, ma non
smetterà mai di appellarsi alla chiesa di Roma e di pregare anche per le sorti
del consorte.
Nel giugno 1533, Anna con una fastosa cerimonia
è incoronata regina.
Enrico è bigamo per la Chiesa cattolica e Anna è gestante, ma otterranno il
riconoscimento legale del nascituro che il 7 settembre dello stesso anno vedrà
la luce, è una femmina: Elizabeth, Elisabetta, e sarà una regina forte, potente, illuminata.
Il distacco dalla chiesa cattolica verrà formalizzato con un atto di supremazia secondo il quale il re diventa anche capo della chiesa d’Inghilterra che abbraccia la fede anglicana e Anna gli è accanto nelle decisioni politiche, nella gestione delle relazioni diplomatiche e nella scelta dei consiglieri.
Una donna forte, intraprendente, decisionista legata ad un uomo potente ma debole di carne e di pensiero: il re presto si stanca di lei che non è riuscita a dargli un erede maschio, architetta la sua caduta rovinosa, istruisce una commissione che decretandone il tradimento, l’incesto e la stregoneria la condannerà inesorabilmente all’arresto, alla prigionia nella torre di Londra e al patibolo.
Dopo mille giorni di regno, all’alba del 19 maggio 1536, affidando le sue ultime parole a Dio, Anna viene decapitata, e il sovrano dopo soli undici giorni sposerà Lady Jane Seymour, la sua terza moglie.
Oltre alla narrazione dettagliata dei fatti storici, che fornisce al lettore una seria ricostruzione della situazione geo – politica dell’Europa di quegli anni, il pregio del saggio sta nel delineare le figure che vi si muovono attraverso una lente umana che le attualizza.
Non a caso l’autrice fa un parallelismo tra la figura di Anna Bolena e quella di Lady Diana: entrambe sono colte, raffinate, sono madri premurose e mogli accondiscendenti, ma non rinunciano alla loro personalità e all’affermazione di sé.
Accomunate dallo stesso destino che le vede ripudiate per una ‘favorita’ che perde decisamente sul piano della bellezza, riescono a mettere ‘a nudo’ quell’uomo di cui sono diventate strumento, facendolo apparire egocentrico e ridicolmente suggestionato dalle battute di caccia.
Tutte le donne del romanzo sono sapienti, eleganti, lungimiranti e amano senza riserve. La loro morte, quasi un femminicidio di stato, sarà ampiamente riscattata dalla superba Elisabetta I, che allontanata dalla madre continuerà a mantenere un filo comunicativo con lei, ne sublimerà la memoria conservata in un libretto ‘Il libro delle ore’, scoperto recentemente, a cui Anna a margine delle preghiere, le dedica i suoi ultimi pensieri di speranza e di vita.
Beatrice De Bernardi 24 marzo 2023
L’autrice: