La scrittrice Arianna Destito racconta qualcosa di sè e dei suoi progetti in questa foto-intervista firmata Gianluca Russo
La bellissima cornice di questa nostra chiacchierata è la zona del Porto Antico di Genova, cosa lega i Genovesi e te, nello specifico, a questo luogo che apparentemente potrebbe sembrare turistico?
Credo che per i genovesi il Porto Antico rappresenti qualcosa di cui essere orgogliosi. Un progetto andato a buon fine negli anni Novanta grazie a un grande architetto come Renzo Piano. Un luogo restituito alla città dopo essere stato teatro delle attività portuali. Un’opportunità realizzata. Per quanto mi riguarda abito da qualche anno nel centro storico e mi capita spesso di recarmi al Porto Antico quando voglio staccare un po’ e cercare di rilassarmi. Amo stare davanti al mare, direi da sempre. Di fronte al mare tutto si azzera. Ogni sensazione si ridimensiona, non so spiegare è come attivare un reset dell’anima. Spegni e riaccendi. È vita. In genere mi piacciono gli stimoli della città, le librerie, le mostre, i mercatini, i turisti che girano con la mappa e ti chiedono informazioni. Ma davanti al mare mi fermo. Mi emoziono sempre. Forse perché, come dice lo scrittore marsigliese Jean Claude Izzo, davanti al mare la felicità è una cosa semplice. Ma ancora di più mi piace andarci nelle ore e nei giorni in cui è meno affollato e dove gli spazi sono aperti. Gli spazi grandi mi affascinano insieme ai contrasti. Luoghi aperti e maestosi davanti al Bigo e vicoli labirintici dietro, a pochi metri. A Genova puoi nasconderti e allo stesso tempo aprirti al mondo. Nello stesso luogo. Prendere una nave, un battello e via. O stare lì davanti a sognare di partire e a osservare il movimento del mare.
Leggendo i tuoi racconti, quasi senza pensarci, cercavo di trovare una loro collocazione di genere letterario, ma senza successo. Questo mi ha portato alla conclusione che tu abbia sviluppato una tua specifica cifra stilistica, traguardo prezioso per uno scrittore. Quali sono i tuoi riferimenti e influenze?
Credo che per uno scrittore non ci sia niente di più bello che sentirsi dire di avere uno stile tutto suo. Ne sono felice anche se penso che il cammino della scrittura sia in costante movimento. Diciamo che la scrittura va coltivata con la lettura e tanto esercizio. A me piace lo stile asciutto e diretto ed essenziale. Per questo amo i racconti che ti permettono di concentrare una miriade di emozioni in pochi paragrafi se non in poche frasi. Sono una lettrice bulimica e curiosa e ho delle vere e proprie infatuazioni per alcuni romanzi e i loro autori. I miei riferimenti sono molteplici, dalla letteratura alla psicoanalisi a Woody Allen, al teatro, al cinema e all’arte. Amo la creatività e le sue diverse manifestazioni. Ho adorato i classici francesi e russi. Negli ultimi anni mi sono appassionata al genere noir, in particolare ai romanzi di James M. Cain (quello de Il postino suona sempre due volte e Mildred Pierce) e Frederic Dard ( Il montacarichi è stupefacente) e Simenon. Per un periodo mi sono invaghita anche di Jo Nesbo e del suo Harry Hole e degli scenari del nord. Ho amato molto i romanzi di Elizabeth Strout. I racconti di Alice Munro e di Raymond Carver. Adoro la scrittura di Grazia Verasani grande scrittrice che sa arrivare al cuore delle storie con una narrazione introspettiva e a tratti poetica.
Quale libro si trova attualmente sul tuo “comodino” o quale, fra le tue recenti letture, vorresti consigliarne la lettura?
Sul comodino ho una pila di libri! Al momento sto leggendo “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, un romanzo distopico, uno scenario da brividi. Ho letto di recente “Caro Michele” di Natalia Ginzburg, grande romanzo in stile epistolare. E consiglio la lettura di “Destino” di Raffaella Romagnolo.
Hai un luogo preferito per scrivere?
Non ho un luogo preferito. Spesso scrivo in biblioteca nella pausa di lavoro. Ma ultimamente anche sdraiata su una LC4 Le Corbusier, la chaise longue tanto cara agli analisti. Non mi chiedo il perché.
Stai per lanciare un blog, un nuovo progetto personale, di cosa si tratta?
È un progetto che mi entusiasma molto. Il blog Themeltingpop.com è uno spazio di idee, immagini, racconti, reportage e letteratura. Un luogo di condivisione e di incontro dove mi piacerebbe parlare di talenti emergenti, o nascosti, di persone, delle loro storie, del loro lavoro e delle loro passioni. Scovare le cose buone del nostro paese. Con un occhio oltre il confine. Sarà un blog che vedrà la partecipazione di scrittori e scrittrici. Spero diventi un blog partecipato. In redazione con me c’è la scrittrice Antonella Grandicelli che condivide con me la passione per i racconti e molte altre cose.
Il Festival Incipit è giunto alla sua seconda edizione e ti vede protagonista dell’organizzazione, vuoi raccontarci qualcosa di più? Hai qualche aneddoto accaduto durante la prima edizione?
Il festival si svolgerà dal 12 al 17 novembre. Siamo alla seconda edizione, con la direzione artistica di Laura Guglielmi, e quella organizzativa di Daniela Carrea e Susanna Grenzing. Nel comitato artistico insieme a me ci sono Elisia Brivio, Arianna Ferri, Antonella Grandicelli, Deborah Riccelli, Bruno Morchio. Quest’anno si è scelto il tema “In cammino”. Un programma ghiotto, ricco di eventi al quale abbiamo lavorato intensamente con passione. Ci saranno molti ospiti, tra cui Antonio Moresco, Bjorn Larsson, Maurizio De Giovanni, Paolo Rumiz, Leonardo Gori, Sara Rattaro, Viola Ardone, Giacomo Revelli, Marino Magliani, Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli. Sarà un festival itinerante, nei luoghi del centro storico ma anche nelle dimore private e in posti incantevoli, persino sul trenino di Casella. L’anno scorso il festival ha avuto un buon successo. È stato emozionante assistere alle presentazioni nelle case private nel centro storico. Un aneddoto? Beh mentre eravamo a cena con Marcello Fois ero talmente estasiata dai suoi racconti, mentre mi sono assentata un attimo nel bagno delle signore, dalla fretta di tornare ad ascoltarlo ho fatto cadere il cellulare nuovo di pacca proprio lì, nel wc. Forse era un segno. Ogni tanto bisogna staccarsi dalla connessione a tutti i costi e dare spazio alla lettura.
Durante la nostra passeggiata abbiamo accidentalmente, e con rammarico, constatato che la scultura Luzzati è stata rimossa, rimpiazzata da un modello dei piloni che reggeranno il nuovo ponte sopra il Polcevera. La memoria ci riporta quindi a quel maledetto 14 di Agosto, dove hanno perso la vita 43 persone; come hai vissuto la tragedia che ha profondamente segnato tutti noi Genovesi?
Il crollo del ponte è una ferita aperta che mai si rimarginerà del tutto e lascerà cicatrici profonde nella nostra storia. Il senso di impotenza che ho provato quel giorno non saprei descriverlo vivessi mille anni. È un vuoto, un senso di smarrimento totale. Come molti altri mi sono chiesta cosa potessi fare. Per questo sarò sempre grata a Emilia Marasco per avermi coinvolto nell’antologia di racconti su “Il Ponte” (Il Canneto editore) il cui ricavato va a due associazioni della Valpolcevera che si occupano di bambini e di anziani.
Mi piace chiedere di condividere agli intervistati un oggetto personale a cui sono particolarmente legati. Il tuo è un anello raffigurante un cagnolino, cosa ci racconta di te questa scelta?
È il ricordo della cagnolina Nathalie, una vispa Cavalier King Charles. Nove anni di puro amore, tenerezza e divertimento. In realtà era di mia mamma. Formavano una coppia fantastica quando si aggiravano per il parco della Valletta Cambiaso. Mia mamma alta e slanciata con la cagnolina piccola che saltellava ai suoi piedi. Mi sembra ancora di vederle camminare insieme, mentre Nathalie sventola la sua coda a bandiera. Entrambe belle e fiere. Purtroppo, ora non ci sono più. Per questo quando porto con me l’anello è come se portassi con me la loro fierezza. Ringrazio Gilberto, artigiano orafo che lo ha realizzato apposta per me.
Tutti abbiamo uno o più libri del cuore, “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald è quello che hai scelto per la nostra iniziativa #iltuoritrattoinunlibro, assieme alla frase “[…] Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgiastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi. Ieri c’è sfuggito, ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo di più le braccia … e un bel mattino… Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.”. Perché questo romanzo ? Il libro conta ben quattro trasposizioni cinematografiche, le hai mai viste ? Se sì, uno di questi è all’altezza del libro ?
È un libro che ho amato molto nella mia adolescenza e che poi mi sono ritrovata a leggere nell’età adulta. Mi ha sempre colpito la purezza di Gatsby rispetto a tutti gli altri personaggi del romanzo. La storia di un uomo che si sente inadeguato, che cerca a tutti i costi un riscatto sociale per riconquistare il suo grande amore e per entrare in un mondo fatuo e vacuo che gli è estraneo. Ostenta un lusso che non gli appartiene, organizza feste alle quali non partecipa, anzi se ne tiene a distanza. Lui osserva ossessivamente la luce verde nella spasmodica ricerca di riappropriarsi di un passato che non torna. Non può tornare. Francis Scott Fitzgerald è stato un grande scrittore, un poeta in prosa, in questo romanzo ci sono frasi di una bellezza unica, è stato un maestro nel rendere i personaggi così umani e a tratti quasi fastidiosi, come Daisy e il marito Buchanan. Al cinema ho visto la versione con Robert Redford e Mia Farrow che ai tempi mi sembrava perfetta, mentre oggi mi sembra un’interpretazione forse troppo “romantica”. La versione con Leonardo Di Caprio è più fedele allo spirito del romanzo.
Nella foto ti vediamo con una delle raccolte contenente un tuo racconto, ci vuoi dire qualcosa di più ?
Il postino di Mozzi (Arkadia) è una antologia di racconti a cui tengo molto. Ha vinto anche il premio Etnabook come miglior opera prima. È stata definita una antologia psichedelica perchè raccoglie una serie di scritti di ogni genere. La storia è quella di Fernando Guglielmo Castanar, un aspirante scrittore che diventa il postino di Giulio Mozzi, editor, scrittore e guru dell’editoria che non risponde mai a chi gli invia i manoscritti. Gliene combina delle belle, oltre a rubargli tutti i plichi che gli arrivano che comunque l’editor non avrebbe mai letto. Il postino, una volta in pensione, li radunerà in una antologia. Castanar è un personaggio misterioso e vuole restare nell’anonimato. Intanto Marino Magliani, il curatore della collana di narrativa di Arkadia, parla al posto suo. Ci sono molti autori di prestigio. Racconti esilaranti e poetici. Tra gli autori Giorgio Vasta. Beppe Sebaste, Emilia Marasco e Marino Magliani. Sono davvero orgogliosa di farne parte.
Progetti futuri come scrittrice? Hai un libro nel cassetto? Ci vuoi dare qualche anticipazione?
Sono scrittrice di racconti ma sto lavorando al mio primo romanzo ormai da qualche anno. Di giorno lo scrivo e di notte lo disfo. Prima o poi sono certa che lo pubblicherò.
Grazie davvero Arianna per la nostra chiacchierata e un in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!