AUTORE: FABIO MONGARDI
GENERE: GIALLO-POLIZIESCO
EDITORE:PARELLELO45
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Sullo sfondo di una Ravenna autunnale e grigia, Attilio Neri, un ispettore di polizia vicino alla pensione, indaga sulla morte apparentemente inspiegabile di tre vecchi reduci dai campi di sterminio nazisti. Il suo percorso si intreccia e si incrocia con quello di Bruno Deserti, un ex rapinatore pluriomicida dalla vita travagliata, che stanco e rassegnato continua sulla strada del crimine. Due storie che viaggiano parallele e che si sfiorano, con due personaggi forti e molto simili anche se da posizioni contrapposte, perché entrambi sono vicini al capolinea della vita umana e professionale. Disillusi e spaventati da questa nuova condizione, cercano di uscirne con un ultimo scatto di orgoglio da vecchi leoni feriti.
Ma c’è un’altra storia dentro questa vicenda già complessa ed avvincente, è una verità storica e drammatica che viene alla luce lentamente: si tratta del tema crudele dei Sonderkommando, prigionieri ebrei usati come manovalanza nei campi di sterminio. Un orrore scomodo, “i corvi neri del crematorio”, come li chiamava polemicamente Primo Levi, che non li ha mai veramente giustificati. In questa zona grigia dei campi di sterminio è coinvolto il terzo personaggio principale del romanzo: Primo Sabbadini, detto Carbonella il rottamaio. Sarà lui a portarci dentro l’orrore, dentro quella zona ambigua dove la legge di sopravvivenza diventa necessariamente complicità e tragedia.
Sicuramente un romanzo che ruota attorno alla perdita e al dolore, ma anche una vicenda avvincente, che ci racconta qualcosa del nostro drammatico novecento; in una cornice storica importante come la città di Ravenna, messa bene in evidenza dalla circostanziata ambientazione.