“Poi arrivò quel maledetto giorno. Ci richiamarono tutti. La città sembrava immobilizzata davanti all’orrore, Le notizie strisciavano nelle nostre tasche insieme ai telefoni che ci vibravano addosso. Il capitano ci divise in squadre. Stringeva i denti mentre la preoccupazione gli velava gli occhi, Eravamo solo uomini buttai in un inferno fatto d’acqua”
La tragedia intorno alla quale ruotano i personaggi del nuovo romanzo di Sara Rattaro: “Sul filo dell’acqua”, edito da Solferino, è l’alluvione che colpì Genova nel 2011, durante la quale esondarono i torrenti Bisagno e Fereggiano provocando la morte di 6 persone. Un romanzo che ho trovato molto “genovese” non solo perché descrive un evento che ha tristemente coinvolto la nostra città e perché l’acqua fa parte della nostra quotidianità, dei nostri momenti di gioia e di paura, dei nostri ricordi, ma anche perché porta a pensare ad un modo di dire che a Genova trova più che mai conferma: “Com’è piccolo il mondo”.
E’ proprio l’acqua e questo detto popolare, ad unire le otto vite che la Rattaro racconta, nel bene e nel male: c’è Anna, la moglie di Enrico, vigile del fuoco morto nell’alluvione, c’è il nuovo amore di Andrea conosciuto proprio grazie all’acqua, ci sono i ricordi di Enea sulla spiaggia in un giorno di pioggia, c’è una nuova speranza per Chiara, c’è Marco che ha dovuto dare un doloroso addio, Angela con i suoi amori, c’è la passione di Carlo e una nuova vita per Giulia….otto personaggi forti, incisivi, le cui vite sono talmente intrecciate tra loro che sembrano formare una catena che si chiude in un cerchio.
L’acqua è vita e morte, e sul filo dell’acqua si svolge questo imperdibile romanzo, ma la vera protagonista non è l’acqua e non sono neanche gli otto personaggi è “sua maestà la trama”, come spesso ama definirla la Rattaro, perché è costruita con una tale maestria da rendere coprotagonista tutto il resto. Sono rimasta molto colpita da come Sara Rattaro sia riuscita a “giocare” con i fatti e i personaggi rendendo il tutto così fluido, scorrevole e armonioso. è riuscita a rendere semplice qualcosa di molto complicato, toccando tematiche importanti e dimostrando una capacità di scrittura non indifferente, una sequenza di eventi, combinazioni e relazioni che ti portano a leggere il libro tutto d’un fiato, perché non puoi fermarti al primo capitolo, devi finirlo.
Francesca Loleo, 11 dicembre 2020