Sul finire dell’estate un uomo cammina lungo la strada asfaltata che ha interrato il ‘campo’, ma non ne ha cancellato la memoria: i profumi, i colori, le voci risuonano vivide e presenti e danno forma alla storia che sta per raccontare.

Siamo in Sicilia, tra Augusta e Siracusa, in un paesino dove la campagna lambisce il mare e si allunga a toccare le  colline che abbracciano le case assolate. In quella striscia terra, che appartiene di diritto a chi la abita, nasce e cresce l’amicizia di cinque giovani. E’ un legame che, in età giovanile, sfocia in un patto di fratellanza e li unirà per tutta la vita.

Ma anche nelle piccole comunità serpeggia il demone del male ed ecco che cominciano a cadere, come birilli, sotto i colpi di un potenziale quanto efferato killer, uomini che ne hanno fatto parte, persone di discutibile moralità.

La stampa e la polizia si mobilitano: le notizie arrivano nelle case tramite la televisione locale, le indagini che all’iniziano brancolano nel buio si fanno serrate, fino ad arrivare all’ultima pedina, quella socialmente più alta che chiuderà apparentemente il cerchio.

Ma quei cinque ragazzi conservano un segreto che li ha marchiati e chiede giustizia e il finale è un vero e proprio colpo di scena.

Il romanzo ha un bell’impianto narrativo:  la storia personale di ogni ragazzo si intreccia con quella di ogni singola vittima, mentre le indagini si intersecano con l’intermezzo della risonanza mediatica per arrivare all’epilogo.

Un cerchio che si apre e si chiude là dove la terra ha bisogno di ritrovare il suo profumo, la sua libertà e la giustizia di essere ricondotta a se stessa e ai suoi figli.

Il giallo crea un bel gioco con il lettore trascinandolo nella lettura attraverso  i personaggi che sono ben caratterizzati, l’uso del dialetto e la vena di ironia in una scrittura rigogliosa.

Il racconto unisce il passato, la memoria che ci sostanzia, al   presente, l’anima di ciò che siamo, diventando così un giallo dai contorni umani.

De Bernardi Beatrice