Giovanna e Salvo si sono innamorati durante una festa di paese dell’Italia centrale, davanti a una fontanella sotto l’abbagliante sole estivo e, da quel momento, non si sono mai lasciati.
La vita contadina degli inizi, aspra e dura, si è intrecciata all’occupazione tedesca durante gli anni della guerra e ha lasciato ferite profonde dalle quali sono riusciti a riprendersi solo grazie alla famiglia e ai compaesani. Un periodo difficile ma felice dopotutto, un tempo in cui le cognate diventano come sorelle, i figli sono allevati da più braccia, i vicini di casa assomigliano a fratelli.
Ma gli orizzonti si devono ampliare: Roma è vicina e sembra la scelta più giusta per la famiglia Manzi. Così la quotidianità diventa il banco di frutta e verdura al mercato di Campo de’ Fiori, il lavoro in casa dei signori benestanti che, nonostante la ricchezza, nascondono malinconie profonde e una casa perennemente umida in una borgata ai confini della città, troppo piccola per tutti. E la famiglia si divide.
Prima accuditi dai nonni al paese, i bimbi – che a poco a poco si fanno ragazzi e infine adulti – seguono ognuno il proprio destino: Adriano scoprirà quanto coraggio e quanto lavoro siano necessari per rincorrere i propri desideri, Vera vivrà a Genova, dove la zia ha trovato l’amore e lei ritroverà la salute, Livia lascerà Roma per sposarsi con l’uomo che ama, Perla conoscerà l’amore e il tradimento, il compromesso e la pietà.
Ormai avanti con gli anni, dopo la morte della madre e del fratello e con un padre quasi centenario, le Ragazze lontane, Livia, Vera e Perla sono decise a ristrutturare la casa in cui tutto è iniziato. Così, in una mattinata di sole, raggiungono in auto le colline che le hanno viste nascere e si ritrovano come allora, come se nulla fosse cambiato, accanto a chi ha raccontato questa storia: la figlia di Livia.