La simpatia nei confronti di questo scrittore nasce appena letto la sua biografia: pisano, quindi toscano, simpatico per antonomasia, classe 1974, esattamente l’anno in cui sono nata io e, scherzi a parte, i suoi romanzi sono spesso permeati di una forte ironia che coinvolge immediatamente.
Marco Malvaldi è uno scrittore molto prolifico, oltre ad una fitta varietà di romanzi, ha scritto anche alcuni saggi, ammetto però che conoscevo solo quelli dedicati ai “vecchietti del Bar Lume”, di cui è stata girata anche una fortunata serie televisiva.
Questo suo ultimo lavoro, “La misura dell’uomo” (Giunti – novembre 2018) mi ha subito attirato, intanto già dalla copertina molto intrigante, poi il titolo che incuriosisce, l’idea del romanzo storico che piace sempre e il tutto condito dalla simpatia dell’autore.
La trama si sviluppa su più piani, con paragrafi narrati dai diversi personaggi, che sono molteplici ed è quindi necessario prestare molta attenzione durante la lettura per non perdere il filo. Come nei migliori romanzi storici troviamo da pagina 7 a pagina 15 l’elenco dei personaggi con una breve descrizione e una mappa che chiarisce i legami che intercorrono tra essi.
Protagonisti indiscussi dell’opera due pilastri del rinascimento italiano Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro. Il periodo storico è quello della fine del ‘400, la situazione politica in Italia sta per cambiare: dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, Carlo VIII, re di Francia, si prepara ad una guerra per conquistare il regno di Napoli. Alla guida di Milano troviamo Ludovico detto il Moro, circondato da un’ampia corte, di cui non sempre ci si può fidare, difficile quindi per il reggente capire su chi poter contare. Certamente l’eclettico Leonardo da Vinci rientra nella rosa degli “affidabili”. Trasferitosi a Milano, il Moro gli commissiona un’opera grandiosa, una statua del padre, Francesco Sforza, a cavallo. Una realizzazione non semplice che mette a dura prova anche le grandi capacità intellettive di Leonardo. Intrecciandosi ad eventi storici realmente accaduti, il romanzo racconta di un cadavere rinvenuto proprio nel cortile del castello del Moro ed è qui che Leonardo metterà a disposizione del Signore di Milano tutto il suo genio.
Nel romanzo vengono messi in luce i tratti di un grande personaggio dallo spirito curioso e dall’intelligenza viva e attenta che più di tutti ha investigato sull’uomo e sulla misura dell’essere umano. Malvaldi rievoca la grandiosità del Rinascimento, giocando con la lingua, la scienza, la storia, il tutto condito da sotterfugi, amori, tradimenti e una buona dose di ironia. Inoltre la scrittura è chiara, la trama avvincente, difficile non farsi coinvolgere.
Una lettura leggera ma non banale che intriga e incuriosisce, insomma a me è piaciuto, non credo deluderà.
Cristina De Regibus, 22 dicembre 2018