Libri chiacchiere caffè e
tè nella Giornata della Memoria pubblica la recensione di un libro quanto mai
emblematico degli ostacoli sul cammino del pieno riconoscimento delle verità storiche,
e di riflesso anche delle falsità, intorno alla tragedia della Shoah.
“Il complotto” di Will Eisner (Einaudi 2005) è una splendida graphic novel che
racconta la genesi e la storia di quello che è senza dubbio il più clamoroso
falso mai confezionato per gettare odio e discredito su una comunità di esseri
umani, su un intero popolo. Il sottotitolo de “Il complotto” recita: “La storia
segreta dei Protocolli dei Savi di Sion”; i Protocolli sono un documento falso,
fabbricato dalla polizia zarista in Russia, negli ultimi anni del XIX secolo,
che indicava i vertici dell’ebraismo mondiale come i fautori di una mostruosa
macchinazione per assumere il controllo del mondo intero, per mettere gli Ebrei
in tutti i posti di comando e il resto dell’umanità in stato di indigenza e
sottomissione. Questo documento fu utilizzato dallo zar Nicola II per
giustificare le sue repressioni contro gli Ebrei il cui scopo, come spesso
succede nei regimi che vacillano per le proprie colpe, era individuare in un
nemico esterno e comune, gli Ebrei appunto, come la causa di ogni male e
rinsaldare così le componenti sociali di una monarchia che stava cadendo a
pezzi e che a breve sarebbe stata spazzata via dalla rivoluzione di Ottobre del
1917.
Ma la straordinarietà quasi diabolica dei Protocolli è che, nonostante subito
dopo la caduta degli zar ne fu dimostrata in modo inconfutabile la falsità – per
la prima volta con una ricerca giornalistica del Times nel 1921, e poi in
seguito in tantissimi atti giuridici e istituzionali in ogni parte del mondo in
cui erano stati diffusi e pubblicati – i Protocolli tornano immancabilmente
alla ribalta e vengono utilizzati di volta in volta, da chi ne ha interesse per
i propri fini, come se fossero verità scritta nella pietra.
Will Eisner ci racconta con la sua prosa essenziale e i suoi disegni incisivi
come Hitler adottò i Protocolli per avvallare ideologicamente la Shoah, li citò
all’interno del suo manifesto ideologico, il “Mein kampf”, come dimostrazione
che c’era una razza diabolica la cui distruzione era un dovere in nome della
purezza della razza ariana. E l’inconfutabilità del documento costituì la giustificazione
inoppugnabile dei crimini nazisti fino alla caduta del Reich nonostante nel
1935 il Tribunale di Berna, chiamato a dirimere la causa intentata dalle
comunità ebraiche svizzere contro il Fronte Unico Nazista che aveva diffuso in
Svizzera i Protocolli, li dichiarò “ridicola follia” e lo confermò in appello
citandoli come “spazzatura con il solo scopo di attirare odio e disprezzo sugli
Ebrei”.
Will Eisner ci accompagna in modo agile ma preciso e documentato attraverso
tutte le reincarnazioni dei Protocolli, chiamati di volta in volta a dimostrare
complotti ebraico-bolscevichi, sostenere le azioni del Ku Klux Klan, screditare
riforme progressiste delle Chiesa Cattolica, sostenere regimi militari in
America Latina, fomentare gli estremismi islamici. Gli esempi sarebbero
interminabili e Will Eisner conclude il suo splendido volume con una vignetta
quasi disperante dove un sinistro fuoco incarna il fanatismo antisemita di
decine di attentati alimentati ancora oggi in tutto il mondo dalle idiozie dei
Protocolli.
Come mai i Protocolli
continuano ad essere stampati in tutto il mondo? Come mai continuano ad avere
credito e seguito nonostante la dimostrata falsità? Will Eisner risponde con le
parole di alcuni fanatici antisemiti di San Diego in California nel 2001:
“Magari gli Ebrei si sono ispirati a quel libro per fare i loro piani”, “Se
fosse un falso la gente dovrebbe leggerlo perché rivela chi gli Ebrei sono
veramente”. Insomma anche se è un falso dice la “verità” che molti vogliono
sentirsi raccontare. È così comodo avere un pretesto per incolpare qualcuno dei
propri fallimenti, delle proprie miserie, che ci saranno sempre quelli disposti
a volerci credere.
Ci vedo inquietanti similitudini con la faciloneria con la quale oggi molti
sono disposti a credere che uomini donne e bambini che fuggono dalla
disperazione dei loro Paesi in Africa, causata dalle politiche predatorie dei
Paesi ricchi, persone che sono disposte ad annegare nel Mediterraneo piuttosto
che tornare indietro, siano soltanto dei palestrati terroristi, esecutori di un
piano di sostituzione etnica in Europa.
“Il complotto” è stato scritto da Will Eisner negli ultimi anni della sua vita,
completato un mese prima di morire nel gennaio 2005, ne è quasi il testamento
spirituale, l’invito a proseguire una battaglia per la verità, una battaglia
contro le barbarie che non potrebbe essere più attuale e calata nel nostro
quotidiano. Quelli che parlano di piano di sostituzione etnica hanno ricevuto
un incredibile sostegno e credito elettorale in Italia e in molti altri paesi
d’Europa. La scorsa settimana un senatore della Repubblica Italiana he detto
che le banche sono controllate dai Savi di Sion.
Ben venga quindi la Giornata della Memoria a ricordarci che siamo tutti uomini,
ben vengano libri come “Il complotto” a stimolare i nostri cervelli, a
risvegliare le nostre coscienze.
Will EIsner è forse il più importante fumettista mai esistito, considerato l’inventore della graphic novel come genere letterario, ha scritto decine di opere tra cui “Contratto con Dio” (Punto Zero – 2001), “New York” (Einaudi – 2008), “Life in Pictures” (Einaudi – 2009)
Vittorio Benzi, 27 gennaio 2019